lunedì 5 marzo 2007

Il digitale non esiste - aforismi (66-80)

66. L’uomo smette di vedersi, benchè l’immagine lo rifletta di continuo. Un giorno quell’uomo decide di darsi un’immagine, di riportare in vita l’immagine di se stesso. Prende tutte le immagini, le ricopre di carne e le libera per il mondo. Queste si dimostrano a tal punto fameliche, che gli esseri umani originari cominciano una guerra contro se stessi allo specchio. E perdono. O al massimo sopravvivono. Lentamente, nonostante tutti gli sforzi per scongiurarla, l’immagine è già passata.

67. Debord lo chiamava spettacolo integrato.

68. L’identità è zombi.

69. Cosa vede uno zombi, se è un’immagine dell’immagine che è stato? Questo aspetto del visibile è il fattore politico del cinema di Romero, oltre che l’esatta ri-capitolazione del dirsi esseri viventi.

70. Se c’è da sempre un ‘luogo-fantasma’ che rende discontinua la restituzione tecnica, c’è grazie alla velocità normale impressa, di cui quella retinica è solo il pre-testo.

71. Se il piano rallenta, e tutt’intorno i corpi cominciano a vacillare pur avanzando, allora la macchina - il cinema? - si arrischia a viaggiare verso il vuoto, a rischiare il vuoto e il suo fallimento.

72. In Romero i vivi vengono sconfitti perchè rifuggono dal vuoto terreo dei risorti riconoscendogli il fascino di una massa vitale, un’immagine in sé libera da tutte le convenzioni del guardare. A nessuno è permesso smarrirsi a tal punto da risorgere.

73. Il digitale lavora direttamente su questa immagine in esilio. Al corpo non viene più richiesta la messa a morte, ma la resurrezione.

74. Forse Adorno si stupiva che da Auschwitz dei corpi fossero riusciti a ritornare.

75. L’esilio è un incrocio di piani. Non un’immagine chiara, ma una discesa fragile, il contorno sfumato di una sovrimpressione. Un ritorno potenziale.

76. Gitai lo chiama di volta in volta promised land, free zone, news from home.

77. L’esilio è l’identità.

78. Registi che non conoscono l’esilio e che pensano di aver risolto il problema con il digitale e il progresso: Mike Figgis, Peter Greenaway, Lars Von Trier.

79. Registi che sanno che il digitale non esiste: George Lucas.

80. Il soggetto delle Star Wars è l’immagine in esilio, cioè l’identità - dell’immagine.

Nessun commento: